Pisello nano di Zollino - la cucina pugliese

Pisello nano di Zollino

Tra i prodotti tipici pugliesi c’è il

 Pisello nano di Zollino!

Il Pisello nano di Zollino si coltiva nel piccolo comune dell’entroterra leccese, uno dei nove comuni della Grecìa Salentina, un’area ellenofona in cui si parla ancora il griko, un dialetto che ricorda appunto la lingua greca.

Da sempre gli anziani coltivatori locali selezionano accuratamente a ogni raccolto i piselli migliori e li conservano per la semina successiva, preservando in questo modo una biodiversità locale di grande qualità organolettica.

E’ un pisello di colore giallo-marroncino con sfumature verdi che si consuma solo secco. Ha forma quasi sferica, in alcuni casi schiacciata ai poli.

La semina si fa non oltre l’8 dicembre e si raccoglie a fine maggio, inizio giugno, quando la pianta è completamente essiccata in campo.

Si coltiva in asciutto in terreni in grado di garantire un’adeguata riserva di acqua.

La pianta è piccola, raggiunge al massimo i 30 centimetri e si trebbia a mano. Anche la selezione successiva dei semi è fatta a mano, sulle aie.

Si coltiva da tempo immemorabile, secondo i racconti degli agricoltori più anziani.

Si cucina alla pignatta, cioè con aglio, cipolle, sedano, pomodori freschi, oppure con una pasta di farina di grano duro fatta a mano chiamata tria.

Le manifestazioni in cui è possibile acquistare il pisello nano sono la fiera di San Giovanni (24 giugno) che si svolge in concomitanza con la fine della trebbiatura e la nuova produzione di piselli, e la festa de lu focu (28 dicembre) che ricorda antichi riti ancestrali legati al solstizio d’inverno.

La quantità raccolta ogni anno è variabile ma indicativamente si attesta sui 60-70 quintali.

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