La Puglia è una terra ricchissima di eccellenti prodotti…una riserva di beni agroalimentari da scoprire!
Ed è qui che ci imbattiamo in uno dei prodotti più tipici di questa regione:
i Lampascioni!
I Lampascioni (detti anche cipolla canina, cipollaccia turchina, cipollaccio col fiocco o giacinto dal pennacchio) sono uno degli ortaggi più antichi e caratteristici del Salento ma sono diffusi anche nel resto della Puglia e in Basilicata.
Nonostante la coltivazione di questo bulbo si adatti a diversi terreni e condizioni climatiche, i lampascioni rimangono tutt’oggi poco conosciuti e utilizzati nelle cucine italiane!
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La pianta dei lampascioni (enome scientifico Muscari Comosum) appartiene alla famiglia delle Liliaceae le cui infiorescenze presentano il caratteristico colore viola acceso, diffusa maggiormente nelle zone a clima mediterraneo.
I fiori della sua pianta sbocciano in primavera e sono persistenti fino all’estate.
Il nome è dovuto ad un medico greco di Bisanzio, tale Oribazio, e fin dall’antichità questo bulbo, ricercato sia per le sue proprietà benefiche per lo stomaco e per lo svuotamento dell’intestino, sia per i suoi presunti effetti afrodisiaci, ebbe un posto di rilievo nei trattati di medicina nonché nelle diete proposte dai padri della medicina, da Discoride Pedanio a Galeno.
Per gli stessi motivi venne esaltato anche dal poeta latino Ovidio, che ne consigliava l’uso nelle arti amatorie, stabilendone, anzi, una graduatoria di merito stilata in base alla provenienza: i migliori, a suo giudizio, erano quelli di Megara, seguiti da quelli della Libia, ultimi erano considerati quelli della Daunia.
Graduatoria di merito pienamente avallata anche dal naturalista Plinio il Vecchio, il quale nella sua Naturalis Historia confermava che “i bulbi di Megara stimolavano al massimo grado il desiderio amoroso“.
Ed il bulbo rosso era così valorizzato che i Romani nei pranzi nuziali erano soliti offrirlo come cibo augurale per i suoi poteri afrodisiaci!
Tale consuetudine non poteva non comportare grossi movimenti di tal prodotto sia per mare che per terra ed una conseguente speculazione da parte dei mercanti, per impedire o almeno frenare la quale, l’Imperatore Diocleziano nel 301 d.c. fu costretto fissarne per legge il prezzo.
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CARATTERISTICHE DEI LAMPASCIONI:
Simili a delle piccole cipolle, crescono a 10-30 centimetri di profondità e possono essere mangiati come tali (ad esempio in insalata, in padella o fritti dopo essere stati impastellati), oppure essere aggiunti alla preparazione di sughi, di salse o di piatti a base di carne (per esempio bolliti), o, ancora, possono essere conservati sott’olio o sott’aceto. Il loro sapore è tipicamente amaro con un finale dolciastro.
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PROPRIETA’ DEI LAMPASCIONI:
I lampascioni sono ricchi di flavonoidi, componenti sulfurei con potenzialità antitumorali, potassio, calcio e fosforo ed altri preziosi Sali minerali.
Ai lampascioni vengono riconosciute inoltre proprietà lassative, diuretiche ed emollienti e sono caratterizzati da un basso apporto calorico; le sostanze in esso contenute hanno diverse proprietà, tra le quali quella di abbassare la pressione sanguigna, diminuire la percentuale di grassi nel sangue e prevenire la formazione di trombi.
Hanno proprietà digestive perchè stimolano l’appetito, attivano le funzioni digestive ed hanno un effetto anti infiammatorio.
Contengono mucillagini, ovvero sostanze che al contatto con l’acqua si gonfiano e producono una sostanza viscosa. Una volta ingerito questo composto apporta benefici al nostro intestino in quanto ha proprietà emollienti e rinfrescanti
Hanno un buon contenuto di composti solfurei con potenziali proprietà antitumorali che, insieme al contenuto di fibra alimentare, aiuta l’organismo a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo cattivo LDL.
Contengono quercetina, un flavonoide la cui attività apporta benefici alle vie respiratorie.
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CONTROINDICAZIONI:
Già le popolazioni dell’antico Egitto, i Greci e i Romani attribuivano i lampascioni eccellenti proprietà benefiche. Nel I secolo dopo Cristo, il medico, botanico e farmacista greco Dioscoride attribuiva infatti a questi bulbi proprietà afrodisiache e stimolanti. Nel II secolo dopo Cristo il medico Galeno di Pergamo li consigliava per le loro sorprendenti proprietà depurative, diuretiche e lassative. Inoltre sembra che le loro mucillagini e le loro gomme possano esercitare attività antinfiammatoria e contrastare l’insorgenza di mutazioni.
Applicato sulla superficie di zone affette da acne e arrossamenti, il lampascione può avere anche un effetto emolliente estremamente indicato anche in caso di irritazioni e secchezza cutanea.
Il consumo di lampascioni può aumentare il meteorismo. Inoltre se mangiati in quantità eccesive possono esercitare un effetto purgante.
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I LAMPASCIONI IN CUCINA:
In cucina i lampascioni, prima di essere aggiunto al piatto in preparazione, dovrà essere tenuto per diverse ore a bagno in acqua fredda affinchè perda l’eccesso di amaro che lo renderebbe sgradevole al palato, va possibilmente evitato anche il contatto con la pelle delle mani per la tendenza del lampascione ad annerirla.
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In Puglia, i lampascioni, sono immancabili per la tradizione di questa regione: ecco alcune ricette del mio sito!
➥ LAMPASCIONI FRITTI (senza pastella)
➥ LAMPASCIONI COTTI SOTTO LA CENERE
Inoltre sono ottimi per frittate di ogni tipo o per accompagnare carni saporite come l’agnello (in questo caso dà il meglio di sé se cucinato in agrodolce).
La conservazione sott’olio dei lampascioni è molto utilizzata poiché permette di apprezzarne la bontà e fragranza nell’arco di tutto l’anno.
Per una conservazione ottimale, una volta puliti i bulbi, vi si pratica un’incisione alla base e li si fa bollire in acqua e aceto fino a che i lampascioni raggiungono una consistenza tenera; successivamente si ripongono in un vasetto di vetro con uno spicchio d’aglio, del pepe e del prezzemolo o mentuccia e si ricoprono di olio extra vergine di oliva.
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Il lampascione è inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali di Puglia e Basilicata e protagonista della festa popolare della Madonna dei Lampascioni che si tiene a fine Marzo ad Acaya, frazione di Vernole (LE), nonché ispiratore della Confraternita del Pampascione.